JOHN FALCO – NEL PROFONDO DELLA RETE. INTERVISTA A JORDAN FORESI E OLIVIERO SORBINI
di Laura Bonelli
Un romanzo originale sul mondo cyber con un protagonista insolito per queste trame.
John Falco – nel profondo della rete (Paesi Edizioni) narra la doppia vita di un critico enologico segretamente a capo di un’organizzazione internazionale di hacker. Tra ottimi vini e intrighi sempre più complicati si snoda una vicenda che entra davvero nel profondo: sia per il mondo celato in cui Falco opera, sia per la sua storia personale.
I due autori del romanzo sono Jordan Foresi, giornalista di Sky Tg24 che è stato corrispondente da New York dal 2006 al 2009, e ha seguito come inviato l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca e la crisi finanziaria di Wall Street. Attualmente è caposervizio alla cronaca politico-parlamentare in Italia e Oliviero Sorbini, autore televisivo, scrittore e sceneggiatore.
Vino e hacker. Come è nata l’idea del libro?
Da un bicchiere di vino. A parte gli scherzi, il progetto di un libro o di un soggetto cinematografico è nato da un pranzo, con dell’ottimo vino, degli autori con Jack Caravelli. Un produttore cine-televisivo gli aveva prospettato l’idea di divulgare e spiegare al pubblico alcuni aspetti del mondo cyber attraverso modi diversi dal saggio. Poi purtroppo la morte improvvisa di Jack ci ha lasciato da soli e abbiamo pensato di mandare avanti quel che eravamo certi di portare a compimento: una serie televisiva o un film non erano obiettivi facili da raggiungere perché fra l’idea e la realizzazione incorrono mille variabili ma un romanzo potevamo senz’altro scriverlo e poi cercare un editore. Siamo contenti che Paesi Edizioni abbia accettato subito l’idea con entusiasmo.
Nel romanzo scrivete: “Il mondo dello spionaggio cyber è molto complesso e quel che è certo è che in quel mondo non esistono bianco o nero ma solo un’infinita gradazione di grigio, con chiazze di rosso color sangue.” Tutto è possibile e niente è come sembra?
Non diremmo che niente è come sembra ma il mondo del cyber spionaggio è estremamente complesso non solo dal punto di vista tecnologico ma anche commerciale. Nel romanzo evidenziamo che i “cattivi”, quelli che dovremmo definire come “craker” o come “Black hat hacker”, spesso si ritrovano a lavorare per i “buoni”, ovvero grandi società e perfino governi. Come spiega nel romanzo lo stesso protagonista, il mondo cyber riprende molte dinamiche di quello convenzionale, soprattutto per gli aspetti commerciali. Tutto si vende se si trovano i compratori giusti.
Il libro è dedicato a Jack Caravelli, ex analista della Cia e membro del National Security Council della Casa Bianca sotto la presidenza di Bill Clinton con il quale Jordan Foresi ha collaborato ad un saggio sul cyberspazio. Quanto è servita la sua esperienza per la stesura di questo libro?
Il contributo di Jack per noi è stato fondamentale. Molti degli episodi del libro sono il frutto di suoi appunti e proposte. L’influenza di Jack sul libro è andata oltre le sue conoscenze professionali. Tutti i ristoranti e hotel di Roma citati nel romanzo erano quelli frequentati da Caravelli. Un piccolo ulteriore omaggio alla sua persona.
Come avete pensato il protagonista del libro John Falco?
Volevamo trasmettere un’idea di “normalità”. Le serie televisive come Mr. Robot ci mostrano gli hacker come individui asociali e al limite del razionale, malgrado la loro capacità logica. John Falco lo abbiamo costruito su un modello di “comune individuo” con capacità non comuni. Ambedue noi e naturalmente Jack avevamo molta confidenza con la cultura e la vita americana e così non abbiamo avuto dubbi sul far sì che John fosse americano piuttosto che italiano. Ma vive a Brooklyn, il quartiere dove è cresciuto, e non a Manhattan, non gli piace andare al cinema e è amante del buon vino e del buon mangiare. E’ di famiglia di origini italiane e ama l’Italia. Una volta fatte queste scelte abbiamo lavorato molto sulla complessità che è propria di ogni persona. Come vive il suo lavoro da hacker? Perché lo fa? E la conclusione riporta a quella “normalità” a cui facevamo riferimento.
Viviamo inconsapevoli dentro a un labirinto cyber. Quali sono i pericoli reali per il singolo individuo?
E’ chiaro che il pericolo dipende molto da ciò che si fa e chi si è. Ma, in teoria, ogni persona che usa conti online e carte di credito corre dei rischi. Ogni persona che ha una relazione che vuole tenere segreta è a rischio se comunica con l’altro via telematica o informatica. Chiunque abbia un computer e usi internet potenzialmente può essere oggetto di un attacco hacker. Ma ci sono altri pericoli: il terrorismo informatico può provocare danni a intere nazioni e di conseguenza a tutti i suoi cittadini. Nel libro abbiamo cercato di trasmettere questi semplici elementi di consapevolezza, tanto da portare il nostro hacker a comunicare, nel caso di una specifica persona, attraverso pony express, ovvero dei “pizzini”.
In mezzo a misteri, furti e intrighi forse è meglio un buon bicchiere di vino?
L’idea di fare di John Falco un critico di vini non è certamente un caso… Perché lottare, tradire, soffrire, vivere da asociali, come fanno non solo gli hacker ma la maggior parte delle persone che per contesto sociale vivono per emergere e primeggiare, se poi non si è in grado di gustarsi una buona cena o un buon bicchiere di vino? Tranquillizziamo però gli astemi: John Falco in frigo tiene sempre anche della Coca Cola.